Nulli i patti che tagliano diritti e stipendi se firmati 6 mesi prima una cessione

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DEVONO ESSERE NULLI TUTTI I PATTI DI RIDUZIONE DI DIRITTI E STIPENDI SE SOTTOSCRITTI 6 MESI PRIMA UNA CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA

L’Associazione Lombarda dei Giornalisti ha fatto causa per comportamento antisindacale a Mondadori / La Verità per la cessione di Panorama, avvenuta sotto ricatto: o accetti di tagliarti lo stipendio – erano le condizioni leonine – o la vendita salta e Panorama chiude prima del 2019.

Il mancato accordo, le proteste al tavolo del sindacato, gli scioperi in Mondadori non hanno evitato una cessione che non ha affatto tutelato i diritti dei lavoratori, i quali, in base alle attuali normative sul trasferimento di ramo d’azienda, avrebbero dovuto passare con tutti i loro diritti acquisiti.

Se dunque dal punto di vista legale si può agire solo a valle del trasferimento, con una causa per comportamento antisindacale avviata dal sindacato e con le singole impugnazioni da parte dei colleghi che sono passati senza firmare le conciliazioni, è evidente che la norma non regge più.

Ma cosa c’è che non va nell’attuale normativa?

C’è che non può essere ammesso un cambio di condizioni, neanche se “concordato” coi singoli lavoratori oggetto di cessione, a ridosso dell’ufficializzazione della vendita.

Lo spirito della norma, infatti, non è questo: non si possono cancellare con transazioni fatte all’ultimo minuto tutti o parte dei diritti esistenti in capo al lavoratore.

Noi di Stampa Democratica proponiamo che nei sei mesi precedenti una cessione di ramo d’azienda, vengano considerati nulli tutti gli accordi sottoscritti da azienda e lavoratore – anche se attraverso conciliazioni individuali – laddove prevedano riduzioni di diritti compresi i tagli retributivi.

Il sindacato dovrà chiedere immediatamente un intervento alla politica su questo tema: solo così è infatti possibile evitare lo scandaloso comportamento messo in atto da Mondadori e La Verità con il caso Panorama. Un comportamento che è, e resta, un’offesa alla dignità dei lavoratori.