Votate “Il nostro welfare” : ecco perché

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Lettera aperta di Enrico Castelli

Enrico CASTELLI

Care colleghe e cari colleghi,

dopo nove anni,  un mandato da consigliere, uno da Presidente e uno da consigliere di “minoranza”, termino la mia esperienza al Fondo Complementare dei giornalisti italiani.  A chi mi ha preceduto,alla direzione,  alla  funzione finanza e agli uffici del fondo,  va il mio ringraziamento.  Dopo la svolta del 2015 quando è stata cambiata la scelta dei gestori e dei loro mandati, il Fondo ha iniziato a cambiare profondamente e i risultati non sono mancati  soprattutto nella diversificazione del portafoglio e nel  bilanciamento del rischio. Due elementi fondamentali per cogliere nuove opportunità e/o  attutire le perdite in momenti non facili come quelli che stiamo vivendo con una pandemia non ancora conclusa e una guerra dagli sviluppi  molto incerti. A ciò si  sono aggiunti  recentemente il lifecycle e  l’introduzione dei criteri Esg nei nostri comparti.

Oggi occorre riprendere con decisione e fermezza questa strada evitando che il fondo possa finire nelle mani di chi ha avuto la maggioranza della componente giornalistica in questi ultimi tre anni.  Per questo voglio raccontare alcuni fatti e porre alcune domande.

Le incongruenze di chi ha avuto la responsabilità della gestione nell’ultimo triennio

Fondo Sicuro in questi tre anni ha avuto la vice presidenza e la presidenza delle commissioni. Dunque ha gestito direttamente ogni passaggio ed ogni decisione. Perché allora astenersi o votare addirittura contro un bilancio come è accaduto in questi anni?  Che affidabilità possono avere?

Nei nostri organismi  di categoria i loro esponenti invocano sempre trasparenza e condivisione, lotta alle poltrone. Perché, una volta in maggioranza al Fondo hanno occupato tutte le poltrone e non ci sono stati più pre-consigli per esaminare insieme gli argomenti dei Cda in anticipo? Che cosa hanno voluto nascondere?

Tre anni fa si erano presentati con l’obiettivo di cambiare tutto di “togliere la sabbia dagli ingranaggi” del fondo. Ebbene, in tre anni le strutture portanti  del Fondo così come erano state perfezionate nel mandato precedente sono state tutte confermate: la funzione finanza, il risk manager, la banca depositaria, la gestione delle rendite, il gestore amministrativo, i gestori finanziari. Tutte le convenzioni sono state confermate e/o rinnovate. Alle critiche  sono  subentrati i complimenti e gli apprezzamenti .  Il Fondo era dunque in mano così poco  sicure? Dove era la sabbia?

Lo slogan elettorale di Fondo sicuro oggi  è “salviamo il fondo da chi ha già distrutto l’Inpgi”.  Ora il cuore pulsante del fondo è chi gestisce e segue gli investimenti. Da anni questo incarico è affidato alla Funzione finanza dell’Inpgi.  Perché non è stata cambiata in questi tre anni, anzi è sempre  stato sottolineato il suo valore ?

Viene invocata maggiore partecipazione e informazione: come mai si è ridotto il numero dei  corsi che sono stati organizzati negli anni scorsi per far conoscere il Fondo?

E’ scoppiata una guerra in  Europa con evidenti ripercussioni sui mercati e sull’andamento dei comparti. Un comunicato del Fondo di aprile sembra quasi voler gettare acqua sul fuoco a fronte di perdite che sfiorano il 5%. Non solo. La prima informativa in Cda sulle possibili ripercussioni sul nostro portafoglio  è stata fatta a maggio dopo una mia precisa richiesta. E’ questo il modo di tenere informati i colleghi?

Infine una annotazione politica. Il fondo è un organismo paritetico, in Cda ci sono sei rappresentanti degli editori e sei dei giornalisti: è quindi fondamentale mantenere rapporti dialettici ma corretti, altrimenti si rischia la paralisi. Per esempio: dopo che tutti i giornalisti avevano  votato contro la nomina del nuovo direttore generale espressione della componente Fieg,  i quattro colleghi di Fondo sicuro hanno  voluto ricorrere comunque alla magistratura. Il giudice  ha deciso di rigettare il loro reclamo. Vedremo la sentenza definitiva di merito.  Intanto però il clima si è avvelenato . I  Cda sono diventati lunghi ed estenuanti. E’ così che si vuole rendere  le decisioni  rapide e veloci?

Il Fondo è l’unica possibilità, soprattutto per le giovani generazioni,  di avere una seconda gamba previdenziale. Mettiamolo nelle mani di chi vuole riprendere a lavorare con serietà e competenza.

Mi permetto di invitarti a votare tutti i quattro colleghi e il sindaco che si sono impegnati a seguire questo cammino:

Per il Consiglio di Amministrazione

ALESSIA MARANI

EDMONDO RHO

ENRICO ROMAGNOLI

VINCENZO VARAGONA

Per il collegio dei sindaci

ANDREA SBARDELLATI