Questo pomeriggio ci ha lasciati Claudio Magistroni. Aveva 65 anni.
Claudio, Magister per gli amici, da un anno e mezzo aveva scelto la pensione lasciando il suo incarico all’ufficio stampa del Consiglio della Regione Lombardia.
Da sempre impegnato nel sindacato dei giornalisti, era legato a Stampa Democratica e candidato in più occasioni negli organismi di categoria.
Ecco un ricordo di lui dell’amico e collega Paolo Costa.
“Carissimo Paolo, ti ringrazio per l’attenzione alla storia di Stampa e alla sensibilità che hai dimostrato chiedendomi un ricordo di Claudio, che per me è stato un vero amico. Eravamo -lo dico cercando di stemperare la tristezza con un tocco di ironia- degli autentici compagni di merende. Nel senso che a lui piaceva, e a me altrettanto, finire in gloria la giornata lavorativa. Con un aperitivo o una puntatina all’Osteria del treno. Per me Claudio era il legame con la tradizione delle redazioni, dei giornali, dei cronisti. Forse né a me né a lui piaceva fino in fondo il lavoro di ufficio stampa. La politica sì, lo prendeva. E a volte si scaldava e da lì non lo muovevi. Eravamo d’accordo sul 90 per cento delle questioni, ma quel 10 per cento non se l’è mai legato al dito. Se si finiva distanti, lo si era per poco tempo. Poi si ricominciava.
Ultimamente abbiamo sofferto insieme per la fine del contratto giornalistico nella PA. Abbiamo “trafficato” col sindacato e con gli onorevoli, ma la burocrazia ci ha stoppato senza tempi di recupero. Così lui ha pensato di andare in pensione prima del cambiamento, col suo bel contratto giornalistico. Non con quello della PA. Forse si sarà sentito, a suo modo, vincitore. E vincitore lo è stato davvero. Per un mese soltanto però. Perché poi è arrivata la malattia, che ha vanificato il suo desiderio di riempire il tempo con i viaggi, nei posti e nelle città dove “si sta bene”. Capivo questa sua passione quando mi capitava di andare con lui a Roma o a Barcellona. In quelle città dove la presenza dell’uomo ha creato civiltà, storie e bellezze artistiche, dove è bello fermarsi a chiacchierare o ad ammirare il mondo che gira, dove c’è la gente-gente. Non quella che soprattutto ultimamente (diceva lui) scrive sui giornali.
Caro Magister, sono sicuro, ti sarai già fatto un aperitivo col Padreterno. Mi raccomando, però, non fargli subito -come vorresti- delle richieste sindacali. Prendi le misure del posto e poi con garbo porta pur avanti le tue idee. Preparaci il terreno. Noi, da qui, ti affidiamo a Lui. Per quanto mi riguarda io ti ringrazio, per quello che mi hai dato e che mi continui a dare. Pensandoti mi ringiovanisco: mi sembra di ricominciare da zero, con la voglia di raccontare storie e di metterle in pagina, tutto preso da quelle emozioni che soltanto un mestiere al mondo sa creare con una intensità superlativa: il giornalismo.”