«Come se non bastassero le crisi aziendali, la disoccupazione e le altre difficoltà, adesso ci tocca anche rincorrere la “formazione permanente” e seguire corsi di aggiornamento professionale pena sanzioni da parte dell’Ordine». Moltissimi di noi hanno certamente fatto un ragionamento di questo genere.
di Marco Volpati – Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti
Diciamo subito che non dobbiamo fasciarci troppo la testa: l’aggiornamento è un obbligo di legge recentemente introdotto – questo è vero – ma l’obbligo grava più sull’Ordine, nazionale e regionale che sui singoli.
Si devono accumulare 60 crediti formativi in 3 anni (2014, 15 e 16). I corsi devono essere messi a disposizione e comunicati dall’Ordine. Finora è disponibile solo la parte “deontologica” che si può seguire facilmente collegandosi via Web al sito www.odg.it. Il resto verrà.
I giornalisti in Italia sono 100.000. Ma i pensionati, se non interessati, possono evitarlo. Devono mandare una richiesta di esenzione al proprio Ordine regionale; (chi fosse interessato ad un testo tipo può trovarlo sul sito di Franco Abruzzo).
Esente anche chi ha motivi di salute e chi si trova all’estero per un lungo periodo.
La formazione permanente è al debutto: ci vorrà tempo perché vada a regime. Chi sarà palesemente inadempiente riceverà un sollecito per mettersi in regola. Soltanto se sarà “recidivo” potrà rischiare un intervento del consiglio di disciplina.
Quindi c’è tempo: basterà tenersi al corrente sui corsi che verranno prima o poi proposti a tutti noi.