L’Italia perde ben 24 posti, scendendo dalla 49ª alla 73 ª posizione, nel rapporto 2015 stilato da “Reporter senza frontiere” sul grado di libertà di stampa. Collocandosi alle spalle di Senegal e Moldavia e precedendo Nicaragua e Tanzania.
L’annuale classifica, analizza la situazione registrabile in 180 nazioni di tutto il mondo, tenendo conto di uno spettro di elementi che includono il pluralismo e l’indipendenza dei media, il rispetto per la sicurezza e la libertà dei giornalisti, il contesto legislativo, istituzionale e infrastrutturale in cui i media operano.
“Il peggioramento dello stato della libertà di stampa in Italia, così come evidenziato dal rapporto annuale di ‘Reporter senza frontiere’, dimostra – ha affermato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – che l’allarme lanciato nei mesi scorsi dal sindacato dei giornalisti, da Articolo 21 e dai principali organi di stampa del Paese non era infondato”.
Pesa l’incapacità di fornire risposte efficaci alle criticità evidenziate dal Rapporto Onu sulla libertà di stampa in Italia, pubblicato ad aprile 2014, ma anche l’aumento esponenziale delle querele e delle azioni temerarie di risarcimento promosse contro giornalisti e giornali con evidenti finalità intimidatorie.
La proposta di legge con la quale si vorrebbe cancellare il carcere per i giornalisti non affronta, ma anzi rischia di aggravare la situazione. Insieme all’ipotesi di cancellazione del carcere, infatti, si introducono nuove forme di bavaglio, a cominciare da un impraticabile diritto di rettifica, con il chiaro obiettivo di rendere sempre più difficile l’esercizio del diritto di cronaca. Inoltre, resta in affrontato il tema delle querele temerarie, che andrebbero disincentivate con apposite sanzioni, come peraltro evidenziato dalla giurisprudenza costante della Corte europea dei diritti dell’Uomo.