Stampa Democratica dice “basta” alle inutili e dannose polemiche generazionali a cui si dedicano alcuni anonimi che hanno avuto il cattivo gusto di scrivere: “Una volta, quando moriva un vecchio giornalista i giovani colleghi esprimevamo cordoglio. Oggi i collaboratori si fanno il segno della croce e dicono: ‘Grazie a Dio, una pensione in meno’ ”.
Frasi del genere non hanno nulla di ironico. Tanto più se chi è preso di mira è un giornalista di lungo corso come Franco Abruzzo, veterano di battaglie sindacali e di categoria: un conto è dissentire da lui, altro è augurargli di “togliere presto il disturbo”, in compagnia degli altri pensionati dell’INPGI.
Superfluo annotare che molti di questi pensionati hanno lasciato le redazioni in seguito a crisi aziendali, proprio per consentire ai più giovani di conservare il posto di lavoro.
I problemi del giornalismo sono troppo seri per dare spazio a “corsivi” di questo tipo.
È bene ricordare che il sindacato e gli organismi di categoria hanno bisogno del sostegno di tutti gli iscritti: attivi, precari, disoccupati e pensionati. Altrimenti sarà ancora più difficile affrontare le scadenze che ci attendono. In primo luogo il rinnovo del contratto di lavoro.