Chissà come festeggeremmo questo suo compleanno se lui fosse ancora tra noi. Nato il 18 marzo 1947, Tobagi avrebbe compiuto adesso 70 anni. Uno che all’età di 30 firmava in prima pagina sul Corriere articoli sulla politica, sul terrorismo, sui fenomeni sociali più rilevanti, avrebbe potuto percorrere una carriera professionale straordinaria. Raggiungere, perché no?, la direzione dei più prestigiosi quotidiani nazionali, avere un ruolo di opinionista di primo piano.
Le qualità le aveva tutte: cultura, pazienza, fiuto della notizia, capacità di approfondire, sintesi, stile e una grande umanità.
Noi lo ricordiamo sempre non solo perché il suo assassinio fu uno strazio, un delitto imperdonabile, pur fra i tanti di cui il terrorismo degli anni di piombo si macchiò. Torniamo a lui perché quello che faceva, pensava e scriveva è di una validità e di una attualità impressionante.
Al suo tempo la rete non era ancora comparsa, le tipografie odoravano di inchiostri e piombo.
Ma quando affermava che il giornalismo resterà sempre un mestiere “duro, artigianale, nonostante l’applicazione delle tecnologie più moderne”, pronunciava senza nemmeno accorgersene una massima che è perfettamente in linea con il nostro tempo.
E quando, più di un decennio prima di Tangentopoli, affermava che “non è bene che la politica si faccia nei palazzi di giustizia”, ci consegnava un commento che oggi è persino più attuale di allora.
Come quando osservava che spesso “tirare fuori una notizia significa essere accusati di remare contro le istituzioni”, ma rispondeva, con l’orgoglio del giornalismo forte e libero, che “il nostro mestiere è trovarle, renderle note, informare l’opinione pubblica” e concludeva “a questo ruolo non rinunciamo”.
Tobagi per il giornalismo sarà sempre una figura di riferimento; anche perché ebbe la capacità, rara, di conciliare la professione al massimo della qualità, con l’impegno civile: quando venne ucciso era contemporaneamente una grande firma e un giovane impegnato per la collettività dei suoi simili: Presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, cioè responsabile della rappresentanza e della difesa di tutti i colleghi, giovani e anziani, famosi e no.
Tobagi avrebbe ora 70 anni. Il suo pensiero è giovane anche oggi
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