(ANSA) “Nella vicenda Tobagi ci sono state certamente delle leggerezze e delle inadempienze. Prima dell’omicidio i carabinieri avevano avuto dei segnali precisi del fatto che Tobagi fosse diventato di nuovo un obiettivo” di un gruppo terroristico che stava nascendo. Se queste informative fossero state valutate con attenzione si sarebbe potuto evitare quello che è successo”. Lo ha detto Guido Salvini, giudice milanese, a margine di un incontro all’Associazione lombarda dei giornalisti (Alg) sull’omicidio del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi, ucciso dal gruppo terroristico XXVIII marzo, il 28 maggio 1980. A sostegno della sua tesi (“i vertici della Procura di Milano e dei carabinieri sapevano che Tobagi era tornato nel mirino dei terroristi, ma sottovalutarono le informative ricevute”), il giudice Salvini ha riferito di due testimonianze raccolte: quella dell’ex generale dell’Arma Nicolò Bozzo (“una persona affidabile e perbene”) e dell’ex capitano dei carabinieri Roberto Arlati.