Grazie, grazie, grazie da parte di Stampa Democratica a tutti i colleghi che venerdì scorso hanno fatto prevalere il buon senso nella surreale assemblea dei soci ALG.
Nemmeno Salgari avrebbe avuto abbastanza fantasia per inventarsi un consesso così fuori dalla realtà. Se tuttavia tanti giornalisti, con tenacia e pazienza, hanno perso una mattinata di lavoro o di tempo libero e hanno resistito 3 ore sulla loro sedia respingendo le argomentazioni lunari di chi voleva portarci al voto anticipato facendo spendere 80 mila euro all’Associazione, vuol dire che questo sindacato qualcosa di buono ha pur fatto per meritarsi il loro sostegno.
E mentre in CondéNast l’azienda consegnava lettere di licenziamento a 3 colleghe, la Mondadori era in fermento per le voci di vendita di testate e nella piccola emittente Brescia.tv l’azienda faceva sapere a un paio di giornalisti che o prendevano un part-time drastico o potevano considerarsi fuori, i vertici della Lombarda dovevano confrontarsi con il fondamentale problema del voto elettronico/voto con le raccomandate cartacee e con la sentenza di un giudice che, grazie al ricorso di Massimo Alberizzi e soci, ha sospeso uno Statuto approvato da oltre mille colleghi in quanto i medesimi hanno appunto votato on-line e non con le buste di carta, come stabilivano regole scritte quando Internet non esisteva ancora.
Che le argomentazioni di chi voleva a tutti i costi picconare la Lombarda per andare al voto subito invece che a fine anno, quando si voterà anche per la FNSI, fossero sostanziali, lo si è capito fin dal primo intervento, col quale il collega Campagnoli ha eccepito circa l’adeguatezza della sala in cui si teneva l’assemblea.
Dopo di che sono partite le bordate di Senza Bavaglio e Unità Sindacale: Il nuovo statuto non va bene. Sì, andava bene ma ora il giudice lo ha sospeso e allora andiamo al voto perché torna quello vecchio che diceva tre anni e non quattro di mandato. Non c’entra se non è un giudizio di merito (che deve ancora iniziare, ndr) e se 1002 colleghi contro 34 lo avevano votato. La proroga per allinearlo allo Statuto federale non va bene. Sì è vero che si è fatta anche quattro anni fa (peraltro con la modifica di un’unica norma da parte di una scarna assemblea, ndr), ma allora era diverso. Sì ma guardate che se anche ci fosse lo Statuto nuovo, gli eletti sono scaduti lo stesso perché non c’è scritto da nessuna parte che si comincia da questa consiliatura (non c’è nemmeno scritto che si inizia la prossima, ndr). E comunque il giudice ha detto che non c’era stata discussione in assemblea (infatti c’erano stati 17 incontri precedenti, del gruppo di lavoro, ndr). Vabbè ma comunque al di là di tutto voi ci avete politicamente emarginati (non è vero ma se questa è la battaglia sindacale che portano avanti, non ci sarebbe da stupirsi, ndr).
Dopo tre ore di questo interessantissimo e vitale dibattito durante il quale le persone di buon senso hanno anche cercato di ribadire ancora una volta che andare a votare adesso per la ALG spendendo 40mila euro e a fine anno per la FNSI spendendone altri 40mila dopo che 1002 persone si sono appunto espresse per l’allineamento allo Statuto federale è un filo assurdo, la platea ha cominciato a dare segni di un certo nervosismo. Definitivamente esploso quando la leader di Unità Sindacale, Daniela Stigliano, ha annunciato di dovere fare una “precisazione” la quale consisteva nella lettura di un lungo documento che riportava la posizione -effettivamente fino ad allora molto poco chiara- della sua corrente. Apostrofata da molti colleghi della platea al grido di “non siamo qui per ascoltare una campagna elettorale, ma per decidere la data delle elezioni”, Stigliano ha dichiarato che avrebbe fatto una breve sintesi “visto che evidentemente non ve ne frega niente” (evidentemente era vero, ndr) ma ancora una volta non ha saputo resistere alla tentazione di salire in cattedra, stavolta per ammonire gli astanti che avrebbero votato a loro “rischio e pericolo“. Ma non essendo davanti a una platea di studenti minorenni bensì (ohinoi) di attempati colleghi, che in genere si assumono la piena responsabilità di ciò che fanno, il monito è suonato un tantino farsesco. Dopodiché la componente di Unità Sindacale è uscita, in quanto la sua posizione politica era quella, hanno annunciato, di non partecipare al voto (mah! boh! , ndr).
Cari colleghi, grazie ancora. Continueremo ad essere al vostro fianco, sempre che troviamo il tempo, visto che siamo costretti a fare lo slalom tra un ricorso e l’altro di Massimo Alberizzi e dei suoi adepti sbavagliati.
P.S. A proposito….da qualche tempo il collega Alberizzi si diverte ad attribuire agli altri, persone o entità che siano, il premio “Faccia di bronzo“ . Dal che abbiamo finalmente capito che il collega Alberizzi non si guarda mai allo specchio.